ENNA. La lotta all’affissione selvaggia di manifesti e locandine sembra diventare realtà in città. Dopo la pubblicazione di circa un mese fa dell’ordinanza a firma del segretario comunale, Serafina Buarnè, con la quale il Comune ha di fatto dichiarato guerra al volantinaggio e all’affissione selvaggia, prevedendo una specifica tassa sulla pubblicità e minacciando sanzioni per l’illecito amministrativo tra i 25 e 500 euro, ieri (mercoledì 6) gli operai del comune hanno iniziato a fare pulizia dalle pareti delle scuole. «Abbiamo iniziato di buon’ora dall’istituto ex geometra – racconta Luca che insieme a un collega è stato assegnato al servizio – Con acqua, spazzole e olio di gomito, stiamo rimuovendo manifesti di tutti i tipi. Abbiamo proseguito con il liceo scientifico e entro la settimana dovremo completare tutte le scuole ennesi». Una scelta che potrebbe leggersi come simbolica, quella di iniziare a rimuovere manifesti pubblicitari, locandine di feste e matricole affisse dagli stessi ragazzi, manifesti di propaganda politica (tra i più numerosi) proprio dai muri delle scuole. «Sono d’accordo – chiosa la dirigente del liceo scientifico Farinato, Anna Luigia Marmo che da anni segnala agli uffici comunali lo scempio che si perpetra nella sua scuola, chiedendone la rimozione e pulizia – L’affissione selvaggia, su mura in cui è peraltro specificato il divieto di affissione, è uno dei primi segnali di inciviltà e illegalità dilagante in una società». «Finalmente un gesto concreto da parte del Comune – aggiunge – ma a questo punto è necessario portare avanti anche un’azione forte di repressione e punizione dei trasgressori». «Io – anticipa – in tal senso sarò molto vigile». In effetti il problema dell’affissione selvaggia grava sul decoro della città da parecchi anni e mai è stata trovata una soluzione. A nulla sono ad esempio serviti gli appelli, in tempo di campagne elettorali, dei vari prefetti al rispetto delle regole in fatto di propaganda. Né le segnalazioni e le proposte di sistemare bacheche ad hoc in città avanzate da associazioni come Enna nostra o Comitato del cittadino. Muri di scuole, palazzi del centro storico o lungo le principali arterie di comunicazione, cabine telefoniche in disuso, cassonetti della spazzatura, per non parlare delle vetrine di negozi sfitti o dei pali della luce, sono ormai da anni bacheche perfette per bande di attacchini commissionati da candidati politici e da organizzatori di eventi.