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Enna, Parco Ronza: rischia la chiusura il centro di recupero faunistico

ENNA. È uno degli "ospedali" per animali selvatici più importanti dell'isola. Ma se dalla Regione non arriveranno certezze, dal 2015 sarà costretto a chiudere i battenti. È il centro di recupero faunistico all'interno del parco Ronza tra Enna e Piazza Armerina. Il centro realizzato otto anni fa dalla Provincia, su suolo demaniale è gestito per la logistica dall'Azienda delle Foreste mentre tutta l'assistenza sanitaria e del vitto è a cura della sezione provinciale della Lipu, la Lega Italiana Protezione Uccelli, la cui responsabile provinciale è Viviana Ingrasciotta. Ogni anno il centro ricovera centinaia di animali selvatici non solo volatili, provenienti non solo dal territorio ennese ma anche da altre province dell'isola come Ragusa, Siracusa, Caltanissetta. Per la precisione in 8 anni sono stati ricoverati 745 animali prevalentemente uccelli e soprattutto poiane (138) seguite dai gheppi 92 barbagianni 48 e civette 33. Tra i rettili la tartaruga di terra 23, d'acqua 15. Tra i mammiferi ricci 11 e istrici 5. tra gli animali più rari l'aquila imperiale, l'aquila minore, il biancone.
E di questi circa il 40 per cento grazie alle tempestive cure prestate dai professionisti ma volontari della Lipu, riescono a guarire e rimessi in libertà. Ma ogni modo il centro è un importante presidio e punto di riferimento nell'isola in questo settore. Sopratutto adesso che nell'isola di queste strutture sanitarie per animali selvatici ne sono rimasti aperti solo 3, oltre a quello del parco Ronza un'altro in provincia di Palermo nel bosco della Ficuzza e a Messina. Basti pensare che attualmente al centro del parco Ronza sono ricoverati non meno di una settantina di animali selvatici di diverse specie e fornisce informazioni a tutta la Sicilia e persino a Malta. Ma adesso la situazione per i gestori è diventata, da un punto di vista finanziario, molto pesante e se dalla Regione non arriveranno certezze sulle modalità di gestione, si corre il serio rischio che il centro dal prossimo anno possa sospendere l'attività come conferma la stessa responsabile Viviana Ingrasciotta.
«Purtroppo dalla Regione non abbiamo avuto nessuna certezza su come continuare a gestire il centro - dice - ad oggi rimane aperto grazie prima di tutto alla sensibilità del dirigente dell'Azienda delle Foreste Nunzio Caruso che continua a garantire una serie di fondamentali servizi e poi anche a quella di tutti i volontari della sezione provinciale della Lipu che anche economicamente garantiscono ad esempio l'acquisto del vitto per gli animali. Sino ad ora ci siamo riusciti in attesa che arrivassero buone notizie dalla Regione». «Se non interverranno fatti nuovi - conclude la Ingrasciotta - dal prossimo anno purtroppo saremo costretti a valutare seriamente l'ipotesi di sospendere il servizio».

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