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Piazza Armerina, nella Villa Romana
alla luce altri «pezzi» di stanze

PIAZZA ARMERINA. A pochi giorni dalla partenza della decima campagna di scavi la Villa Romana del Casale restituisce nuovi tesori dal sottosuolo. Gli studenti archeologi dagli atenei spagnoli di Cadice, Siviglia e Terragona, con i colleghi italiani dell'università La Sapienza di Roma e la Kore di Enna, hanno scoperto a oltre due metri di profondità un nuovo muro che lascerebbe presagire la presenza di altri ambienti, non escludendo, quindi, il ritrovamento di altri mosaici. La tecnica del pavimento musivo, infatti, come dimostrato dalle precedenti campagne di scavo, era ben presente anche nella zona sud del sito Unesco, l'area da anni indagata dalle indagini esplorative del professor Patrizio Pensabene de La Sapienza e del professor Paolo Barresi, docente di Archeologia classica alla Kore di Enna. E sono già emersi dopo i primi sei giorni di lavoro anche nuovi reperti, come una ceramica definita «rara» dagli archeologi, nella quale emerge con molta chiarezza un'incisione che sembra rappresentare un'imbarcazione. Una barca che sembrerebbe navigare a vele spiegate. Nei prossimi giorni le tracce del muro dovrebbero essere seguite dagli archeologi, così come le adiacenze, in modo da tentare di definire un primo contesto nel quale inserire le nuove scoperte. Non solo. Ritrovato anche il basamento di una delle colonne che erano state scoperte nella stessa area l'anno scorso, a pochi centimetri dalla colonna crollata forse in seguito ad un'alluvione. Approfondendo gli strati sotto il ritrovamento gli archeologi potranno capire se lo stesso basamento sia ancora nella sua postazione originaria, così come costruito durante la realizzazione della Villa, o se sia stato travolto dall'alluvione e trasportato più a valle. Nella prima ipotesi potrebbero trovarsi a non molta distanza anche i basamenti delle altre colonne per poi poter definire meglio il disegno progettuale del propileo, il colonnato d'ingresso alla ricca casa imperiale. A sud della dimora romana coesistevano un porticato a colonne in direzione dell'ingresso e un'area termale secondaria, trovata piena di mosaici. I pavimenti a mosaico della Villa Romana hanno rappresentato per secoli uno spaccato "fotografico" delle tradizioni e degli usi coevi alla costruzione della lussuosa dimora imperiale. I sandali a mosaico, scoperti centimetro dopo centimetro durante gli scavi del 2012, ne sono un esempio. In una delle decorazioni musive portate alla luce nel pavimento delle nuove terme romane, appaiono dentro una cornice di forma quadrata due calzari con infradito, una tipologia di mosaico questa ampiamente diffusa nelle terme romane di età imperiale. Negli ultimi anni si è anche parlato spesso della possibilità che questo nuovo inedito fronte scientifico di studio della Villa Romana, nella zona sud, con i nuovi scavi, i reperti e pavimenti musivi, possa essere fruito dai visitatori, magari in via sperimentale e per alcuni brevi periodi dell'anno. Sono centinaia le cassette di reperti accumulate nei box magazzini prefabbricati situati a 200 metri dall'area degli scavi, dove ogni pezzo viene catalogato, studiato e inserito in un periodo storico. Una parte di questi reperti in autunno dovrebbe per la prima volta essere esposto a Palazzo Trigona, nel corso di una mostra permanente promossa e curata dalla direzione del Parco Archeologico del sito Unesco.

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