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Passaggio di Piazza al libero consorzio di Catania, scontro sulla legittimità del referendum

PIAZZA ARMERINA. In una prima determina sindacale si parla di referendum consultivo, in una seconda arriva la rettifica e si parla di referendum confermativo, non previsto dallo statuto comunale, ma si richiama il regolamento comunale sul consultivo. Il referendum del 21 settembre, con il quale gli elettori piazzesi sono chiamati a decidere se confermare o meno l'adesione della città al libero consorzio dei comuni di Catania, in pratica a divorziare o meno dall'ormai ex capoluogo Enna, rischia di essere illegittimo. Ma c'è chi al contrario denuncia fortissime "manovre" politiche trasversali per boicottare il referendum. «L'amministrazione comunale dimostra di essere in confusione, in una prima determina si parla di referendum consultivo, in una seconda si cambia e si parla di referendum confermativo, un tipo di consultazione non prevista nel nostro statuto, nel manifesto elettorale appena pubblicato si parla sia dell'uno referendum che dell'altro», spiega Teodoro Ribilotta, consigliere comunale del Partito democratico. «Il consiglio ha approvato il regolamento sul referendum consultivo, ma viene indetto il referendum confermativo, per quanto mi riguarda è illegittimo, e il Comune sta spendendo quasi 70 mila euro, queste cose le farò mettere a verbale in sede di commissione elettorale, il 4 settembre, quando dovremo scegliere gli scrutatori», aggiunge Ribilotta. «Ai fini della validità della consultazione referendaria referendaria si deve fare espresso riferimento alla normativa regionale e nazionale in materia, precisando che per il referendum confermativo non è previsto il raggiungimento di un quorum di validità», spiega la giunta comunale nella delibera sul referendum del 21 settembre. Ma l'articolo 5, secondo comma, del regolamento comunale in materia di referendum consultivo, fresco di approvazione e richiamato dalla giunta, stabilisce che la consultazione referendaria è valida «se ad essa prende parte almeno il 40 per cento del corpo elettorale». Il Comitato per il No al referendum potrebbe anche valutare di ricorrere al Tar per far valere l'illegittimità dell'appuntamento elettorale. Per il consigliere di maggioranza Francesco Alberghina, «si stanno muovendo vecchie logiche politiche e partitiche, sono in corso grandi manovre in modo trasversale per boicottare la scelta del consiglio comunale e il referendum". Per questo motivo 12 consiglieri comunali, nella sostanza la maggioranza più i consiglieri Laura Saffila, Calogero Cursale e Filippo Vitali, ha dato vita al "Comitato Referendum - Piazza Libera». «Vogliamo incentivare le persone ad andare al voto, vogliamo portare i cittadini alle urne, contro chi vuole boicottare questa occasione che è storica per la città, per questo faccio un appello a chiunque voglia aderire a questo libero comitato», spiega Alberghina.

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