Enna

Giovedì 05 Dicembre 2024

Ato di Enna, la procura apre fascicolo sull’ultimo bilancio

ENNA. La Procura di Enna ha aperto un'inchiesta sulla gestione della società Enna Euno spa in liquidazione, a seguito della recente relazione consegnata ai sindaci dall'attuale Collegio di liquidazione, che ha ipotizzato un presunto danno, in relazione alla dichiarazione dei redditi del 2012. L'apertura di un fascicolo "modello 45", senza indagati né ipotesi di reato, è sostanzialmente un atto dovuto, da parte della Procura. Il procuratore Calogero Ferrotti ha delegato il fascicolo ai pm Ugo Rossi e Francesco Rio. Che la Procura abbia aperto un'inchiesta è un'indiscrezione confermata da fonti qualificate, ma le stesse indiscrezioni sottolineano la natura "conoscitiva" dell'indagine della magistratura requirente, che mira anzitutto a comprendere se possano sussistere eventuali reati e, nell'eventualità in cui la risposta fosse affermativa, individuare i responsabili. Allo stato, però - e anche questo elemento ha trovato conferme - non c'è nessun iscritto sul registro degli indagati. «Trattandosi di atti dovuti, in considerazione della natura pubblica della Società Enna Euno S.p.a., e potendosi, nei fatti esposti, profilare comportamenti di presunta rilevanza erariale e penale, questo Collegio di liquidazione deve trasmettere il presente documento agli organismi competenti per le valutazioni del caso».
Giorni fa la commissione di liquidazione dell'Ato rifiuti EnnaEuno, composta dai commercialisti Antonino Nicolosi e Fabio Ginevra, ha presentato ai sindaci dei Comuni interessati una relazione che boccia l'attività del precedente collegio di liquidazione, composto da Giovanni Interlicchia e Michele Sutera. È di ieri la notizia che la Procura ha aperto anche un fascicolo d’indagine sull’ultimo bilancio. La nuova commissione ha proposto un'azione di responsabilità per temuto danno nei confronti di Interlicchia e Sutera.
Il danno ammonterebbe a circa 600 mila euro. Senza dire che complessivamente l'Ato rifiuti conterebbe debiti per oltre 200 milioni di euro. Il disastro è ancora più evidente sottolineando che da anni la società Enna Euno non dispone di bilanci. Ma per tornare all'accusa nei confronti di Interlicchia e Sutera dopo giorni e giorni di silenzio, tutti e due hanno siglato una nota nella quale evidenziano che «l'attuale collegio di liquidazione della società EnnaEuno evidenzia un presunto danno erariale legato alle dichiarazione Unico 2013, anno di imposta 2012».
Tutti e due precisano: «Ci preme dire che il presunto danno erariale viene eventualmente accertato e quantificato dagli organi preposti e ad oggi tali organismi non hanno contestato alla società alcunché». Ma dicono ancora di più: «Le conclusioni alle quali si attiene l'attuale collegio non trovano alcun riscontro nella realtà. La dichiarazione che avrebbe determinato il danno erariale presenta un debito di 188 euro sanzionabile con una multa che può variare dal 120 al 240 per cento. La possibile sanzione va da un minimo di 200 euro ad un massimo di 400 euro». Interlicchia e Sutera assicurano che tali «calcoli sono riscontrabili con una semplice lettura della normativa vigente». Non solo ma «tale stato di fatto non è definibile come danno erariale ma più semplicemente come debito di imposte e relative sanzioni». Ribadiscono che «tale stato di fatto» si è sempre concretizzato nelle precedenti dichiarazioni dell'Ato «con importi, sempre per debiti e sanzioni di gran lunga superiori». Dopo aver proposto il loro chiarimento partono all'attacco: «L'attuale collegio, proclami a parte, non può sostenere che, dopo le nostre dimissioni, tutto è stato normalizzato e legalizzato, che la società è stata liquidata, che la Srr è già operativa, che il servizio ha raggiunto livelli di eccellenza, che la differenziata è capillare e ad altissima percentuale, che l'attività della discarica di Cozzo Vuturo è a pieno regime, che i mezzi sono efficientissimi, che i fornitori sono pagati regolarmente e che i costi del servizio sono stati notevolmente contenuti». Per concludere tacciano la denuncia come «propaganda e facile demagogia» ma che contiene «pochissimi fatti».

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