REGALBUTO. Incendio in una stanza, al pianoterra, della struttura che dovrebbe ospitare altri migranti e in precedenza sede dell'Asl. Il rogo si è sviluppato nella notte tra lunedì e martedì, tanto che, intorno alle 2 di martedì mattina, una chiamata alla Protezione Civile - Misericordia di Regalbuto, presieduta da Santo Cantali, ha richiesto l'intervento per domare le fiamme nell'edificio di Piazza San Vito. Sul posto sono intervenuti i carabinieri al comando del maresciallo Giovanni Puglisi e, successivamente, sono giunti pure i vigili del Fuoco del distaccamento di Leonforte i quali sono rimasti sul posto fino alle 4, insieme pure ai volontari della "Misericordia".
La stanza andata a fuoco è quella che, in precedenza, veniva utilizzata come sala di accettazione delle richieste sanitarie. Lì erano stati stipati, dall'attuale conduttore, brandine e materassi che sarebbero serviti per accogliere i migranti. Tuttavia, l'incendio non ha fatto registrare danni strutturali all'edificio e solamente le pareti risultano annerite dal fumo. Sulle cause dell'incendio i carabinieri stanno ancora indagando, e, per il momento, non viene esclusa nessuna pista. Di certo la struttura nei giorni scorsi è stata oggetto di numerose polemiche, legate alla sua, sembrerebbe prossima, utilizzazione da parte di una cooperativa privata come ulteriore centro di accoglienza in paese per i migranti. E questo non è piaciuto ai regalbutesi tanto che è stata avviata una petizione popolare per dire "no" alla apertura di un altro centro di accoglienza in paese, dato che vengono già ospitati una settantina di migranti, proprio in base a quanto richiesto fortemente dalla cittadinanza e ribadito da amministrazione comunale e Consiglio. In particolare, il primo cittadino, dopo una serie di note ufficiali indirizzate al Prefetto e ad altre autorità competenti, ha espresso i propri dubbi in merito non solo a problemi di ordine pubblico, ma soprattutto per l'inadeguatezza della struttura che deve essere sottoposta ad attente verifiche «per quanto riguarda - aveva affermato - la rispondenza alle norme urbanistiche, di sicurezza, igienico-sanitarie, le agibilità, le destinazioni e possibilità d'uso, al fine di scongiurare la presenza di amianto e materiali pericolosi residui dell'attività svolta nella sede dell'ex Asl di Regalbuto».
Ieri pomeriggio, inoltre, Vito Maida, presidente del consiglio comunale, ha convocato una seduta straordinaria, promossa dai consiglieri di "Uniti per Regalbuto", per discutere del caso. E sia la maggioranza sia l'opposizione sembrano convergere nella volontà di andare direttamente ad Enna per parlare di persona con il Prefetto, in modo da evidenziare le motivazioni che fanno ritenere inopportuna l'apertura in paese di quest'altro centro di accoglienza.
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