PIAZZA ARMERINA. «Per me è stato un miracolo, se io ora mi trovo qua è per l’aiuto di Dio». È un Filippo Calcagno emozionato, ancora molto provato, con la voce tremula e un nodo alla gola, quello che ieri pomeriggio, al teatro Garibaldi, ha ricevuto l’abbraccio di un’intera comunità.
Il tecnico qualificato della Bonatti, 65 anni, tornato a casa dopo 228 giorni di prigionia in Libia, ha raccontato i momenti più salienti della sua tragica esperienza in mano ad una banda di «criminali e balordi», come lui stesso li ha definiti, con rabbia e dolore. Ad accogliere l’ormai ex ostaggio piazzese nella piazzetta Semini, fuori dal teatro, il sindaco Filippo Miroddi, il vescovo don Rosario Gisana, le diverse forze dell’ordine e alcune classi delle scuole dell’obbligo della città, mentre la banda musicale ha prima reso onore ai due colleghi di Calcagno rimasti uccisi, con il Silenzio, e poi suonato l’Inno di Mameli, mentre l’uomo si stringeva ai familiari.
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