ENNA. La passata gestione dell'Ato rifiuti passerà sotto i raggi x della Corte dei conti. I sindaci, nella loro ultima assemblea, hanno dato il via libera ai commissari liquidatori di denunziare alla Corte ed alla Procura il passaggio dei dipendenti di Sicilia Ambiente all’Ato.
Viene ipotizzato un danno erariale di ben 15 milioni di euro. «Non poteva essere fatto altro – dice Pippo Bruno responsabile provinciale di Assoconsumatori – Mi fa invece specie l'astensione dei sindaci di Enna, Assoro e Aidone ai quali vorrei chiedere perchè non hanno detto si ad un atto dovuto? Se è già obbligo di ogni cittadino denunziare la conoscenza di una notizia di reato per chi è eletto lo è ancora di più visto che lo stesso è un pubblico ufficiale». Bruno sarcastico si da una spiegazione: «Non credo che sia l’estremo tentativo di nascondere chi sa cosa? Penso ad una semplice distrazione». L’associazione si dice «grata ai commissari liquidatori ed a quei sindaci che tentano di riportare ordine e legalità in un settore dove di legittimità non ce n'è stata. Lo dimostrano i 5 mila ricorsi intentati dai contribuenti contro l’Ato soccombente la cui condanna alle spese si aggirerà intorno alle 500 mila euro».
Pippo Bruno conclude soddisfatto ma non felice: «Purtroppo questi soldi non usciranno dalle tasche di chi ha devastato l’Ato ma da quelle della collettività. Insomma il danno oltre la beffa». Ma all'Ato rifiuti non c'è mai pace. E dopo l'annoso contenzioso con i contribuenti quasi sempre vittoriosi, se ne potrebbe aprire un altro con i Comuni soci.
La società d'ambito ha recentemente consegnato i Piani economici per le singole realtà territoriali che non hanno convinto le amministrazioni. Tanto è vero che ognuna di loro l'ha ridimensionato. Ad Enna, per esempio, era stato “rifilato” un conto di ben 5 milioni e 700 mila euro. Paolo Garofalo e la sua giunta lo ha ridotto e portato a circa 4 milioni e 300 mila euro. E questo lo ha fatto senza alcun accordo con il vertice dell'Ato. «Proprio questo non mi convice – dice Massimo Greco, esperto in diritto amministrativo che si occupa della vicenda legata ai rifiuti fin dall'inizio -. La riduzione unilaterale del costo di oltre un milione di euro del servizio rispetto a quanto comunicato dall’ente gestore potrebbe configurare un vizio di legittimità. Vero è che sul contribuente graverà in proporzione una tassazione inferiore, ma in un sistema di contabilità pubblica non esiste una negoziazione di questo tipo, peraltro così consistente». Ed infatti l'Ato non l'avrebbe preso bene questa riduzione: «A me risulta che il collegio di liquidazione di EnnaEuno, contrariamente a quanto scritto in delibera, non solo non è stato aquiesciente alle controdeduzioni del Comune ma le ha formalmente respinte».
ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA.
Caricamento commenti
Commenta la notizia