VALGUARNERA. Le persone si presentavano in buona fede agli sportelli delle sue società di servizi postali e lui, anziché pagare gli enti che emettevano bollette o fatture di vario tipo, intascava i soldi. Il Gup di Enna Calogero Commandatore ha rinviato a giudizio per peculato Vincenzo Marchì, valguarnerese di 60 anni, amministratore di tre società abilitate a riscuotere somme per il pagamento di utenze. Con l'udienza si è chiuso anche il processo di rito abbreviato a carico della moglie di Marchì, finita anch'ella nei guai ma che, ha dimostrato il suo avvocato, il penalista piazzese Sinuhe Curcuraci, con questa storia non c'entra niente, tanto che è stata assolta. Per la donna, il Pm Fabio Scavone, che ha ottenuto il rinvio a giudizio del marito (difeso anch'egli dall'avvocato Curcuraci), aveva chiesto 4 anni di reclusione. Ma il giudice ha ritenuto che lei, con ciò che eventualmente avrebbe commesso il marito (le accuse dovranno essere dimostrate al processo) non c'entra. Le motivazioni della sentenza, comunque, devono ancora essere depositate. Per Marchì però il processo continua. Si aprirà il 26 gennaio di fronte al Tribunale collegiale di Enna. L'ipotesi di peculato viene contestata in relazione a ben 59 tra bollette e fatture, la maggior parte delle quali ai danni di diversi clienti. ALTRE NOTIZIE NELL'EDIZIONE DI ENNA DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA