ENNA. Ha fatto scena muta di fronte al Pm Fabio Scavone, in attesa di comprendere esattamente quali siano tutti gli elementi dell’accusa. Ma già oggi l’impiegato del Tribunale arrestato, ai domiciliari, per concussione – che avrebbe preteso 500 euro da un avvocato per compiere un normale atto del suo ufficio, nell’ambito di una procedura di interdizione – dovrebbe comparire nuovamente dinanzi al Gip. E così, atti alla mano, deciderà con i suoi legali, gli avvocati Antonio e Francesco Impellizzeri, se sia il caso, o meno, di rispondere e difendersi sin da subito. Il primo interrogatorio, previsto dal rito ma piuttosto insolito, si è svolto la sera stessa dell’arresto, martedì alle 19,30 al Palazzo di Giustizia, lo stesso luogo dove l’indagato lavora. A chiederlo è stato il Pm Scavone, titolare del fascicolo. Un pubblico ministero che dispone l’arresto di un indagato, in attesa di convalida, può sempre decidere di interrogarlo. E così ha deciso di fare il magistrato di Procura, pur ottenendo solo una risposta di poche parole: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere». A quel punto l’interrogatorio si è concluso senza troppe chiacchiere. Poi tutto è stato aggiornato a oggi. ALTRE NOTIZIE NELL'EDIZIONE DI ENNA DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA