ENNA. «Il palazzo dei Benedettini è del Comune», lo ha dichiarato con estrema chiarezza l’avvocato Elvira Termine in consiglio comunale lunedì sera rispondendo ad una precisa domanda posta dal consigliere Giovanni Contino, Patto per Enna. Il palazzo che si sviluppo nel centro cittadino per oltre 10 mila metri quadrati ha avuto ed ha ancora vari pretendenti quali l’Asp e la Casa di riposo Santa Lucia. «Per fare chiarezza - dice la Termine - ho fatto una ricerca nell’archivio del Comune e grazie anche all’ex assessore Mario Orlando adesso abbiamo i documenti per asserire che il palazzo è nostro». Parte della proprietà era stata invocata dall’Asp: «Noi però abbiamo vinto la causa». E adesso il Comune è pronto a citare la Casa di Riposo che vorrebbe riconosciuto un terzo della proprietà. «Per spiegare come il palazzo appartenga tutto al Comune bisogna fare molti passi indietro nella storia». In pratica è necessario tornare al 1861, all’unità d’Italia. In quell’occasione, per la famosa Manomorta, i beni ecclesiastici passarono allo Stato e per esso a Comuni e Province. Al Comune dell’allora Castrogiovanni vennero assegnati quattro immobili: Colombaia, Pascoli, palazzo San Benedetto e Santa Chiara. Per finanziare la guerra dell’Abbissinia lo Stato si appropriò del palazzo San Benedetto e della Colombaia. Concluso l’evento bellico il Comune chiese la retrocessione del solo palazzo di San Benedetto, che ottenne. ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA.