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Lavoro nero, scattano denunce e maximulte nell'Ennese

È un quadro purtroppo a tinte fosche quello tratteggiato dall’ultima operazione condotta nel 2014, dai militari del comando provinciale

ENNA. Cinque operai su sette, in un cantiere di Enna, erano irregolari. E a Barrafranca, due operai su due stavano lavorando in nero. È un quadro a tinte fosche quello tratteggiato dall’ultima operazione del 2014, un controllo a campione, svolta dai carabinieri del Nucleo di Ispettorato del lavoro del comando provinciale. Gli investigatori hanno passato al setaccio l’attività di due cantieri edili e sono arrivate denunce a piede libero e maxi-multe per entrambi gli imprenditori, a conferma del contesto generale, particolarmente difficile sul fronte della tutela dei lavoratori. Secondo i militari, in provincia di Enna, da tempo, tanti operai sono spesso costretti a lavorare in nero. In certi casi, sarebbero persino vittime di estorsioni da parte di alcuni datori di lavoro, che li obbligano a restituire sottobanco parte dello stipendio mensile previsto dalla busta paga.

Casi limite, che non riguardano le ispezioni odierne, ma che comunque sarebbero ben più diffusi di quanto non si pensi. Nel primo controllo, a Enna, in un cantiere sono state riscontrate diverse irregolarità in relazione ai controlli sulla vigilanza sanitaria degli operai e nella fornitura dei dispositivi di protezione individuale. Per questo il titolare è stato denunciato alla Procura. Nello stesso cantiere sono stati controllati sette lavoratori, cinque dei quali erano irregolari. All’imprenditore è stata comminata una multa di 12 mila euro. A Barrafranca è stata riscontrata la stessa omissione, in relazione alla sorveglianza sanitaria sui dipendenti.

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