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Enna, il processo contro gli estorsori si sposta al... cinema

ENNA. Sono ritenuti dalla Dda le vittime del racket. E oggi, otto imprenditori catenanuovesi, chiedono di costituirsi parte civile al processo antimafia Go Kart, contro i presunti esponenti delle organizzazioni che avrebbero imposto il pizzo.  Gli imprenditori, quasi tutti coloro che vengono ritenute persone offese, sono assistiti dalla Fai, la federazione antiracket presieduta da Tano Grasso, e dall'associazione antiracket Giordano di Gela, presieduta da Renzo Caponetti. Il presidente era presente in apertura di dibattimento. L'associazione e il Fai sono assistiti dall'avvocato Giuseppe Panebianco del foro di Gela. Chiedono di costituirsi, dunque, gli operatori economici ritenuti dalla Dda di Caltanissetta, da anni, vittime del giogo della criminalità organizzata. Chiaramente la costituzione riguarda solo chi è accusato di aver chiesto loro il pizzo. Il Tribunale collegiale di Enna sulla costituzione si è riservato.

Alla sbarra, si ricorda, con accuse a vario titolo di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di droga, estorsioni e accuse minori, ci sono gli esponenti di quella che la Dda ritiene la nuova mafia organizzata di Catenanuova, dove due gruppi, Cosa Nostra e gli stiddari del clan Cappello, dettavano legge spartendosi, tra contrasti e alterne fortune, droga e pizzo.
L'altra notizia del giorno è che alcuni difensori - il "collegio delle difese" è composto dagli avvocati Davide Giugno, Egidio La Malfa, Francesco Tavella, Nino Grippaldi, Dino Milazzo, Alessandra Caruso, Michele Baldi, Carmela Giacco, Ernesto Maria Brivido, Danilo Tipo, Carmelo Terranova, Marco Tringali, Massimiliano Bellini, Corrado Sinatra e Gabriele Cantaro - hanno chiesto di trasferire il processo in un'altra aula, considerato che l'aula ex Corte d'assise sarebbe troppo piccola, dato il numero degli avvocati e dato che alle udienze presenzierà tanta gente tra imputati, familiari e curiosi.

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