LEONFORTE. Avrebbe prestato soldi a un ex collega, che lavorava con lui a Leonforte, pretendendo interessi oscillanti, secondo il calcolo che ha fatto la Procura, tra il 400 al 1.100 per cento su base annua. In questo modo, un prestito di poco più di 4 mila euro, sarebbe lievitato fin oltre i 10 mila euro nel giro di quattro mesi. Il Tribunale collegiale di Enna ha condannato l'ennese Vincenzo M., 67 anni, a 3 anni di reclusione e 10 mila euro di multa, oltre che al pagamento delle spese processuali. L'uomo è stato assolto invece con formula piena da un secondo capo d'imputazione, una presunta truffa ai danni della stessa vittima, in relazione alla vendita di una Mercedes. I giudici, per la condanna, hanno escluso la recidiva, ma hanno comunque condannato l'ennese anche al risarcimento dei danni nei confronti della parte civile, il suo ex collega, rinviando le parti dinanzi al giudice civile. L'imputato è difeso dall'avvocato Eleanna Parasiliti, mentre la presunta vittima è assistita dall'avvocato Giuliana Conte. Le motivazioni della sentenza si conosceranno solo entro i prossimi novanta giorni, sta di fatto che all'imputato è stata inflitta anche un'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Il collegio giudicante è presieduto dal giudice Giuseppe Tigano. Secondo la Procura, in pratica, l'imputato si sarebbe fatto firmare vari assegni, a fronte di un prestito di poche migliaia di euro, che avrebbero fatto lievitare enormemente la cifra iniziale, anche "dichiarandosi mediatore" tra la persona offesa "e altri soggetti non identificati che avrebbero materialmente erogato il prestito". ALTRE NOTIZIE NEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA