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Medico a giudizio ma resta al suo posto a Nicosia

Il chirurgo sarebbe responsabile della morte di una donna: non fece esaminare un neo. I familiari: dovrebbero sospenderlo

NICOSIA. Alla richiesta della Procura di Enna, che ipotizzando l’omicidio colposo chiede il rinvio a giudizio per A.B., chirurgo dell’ospedale Basilotta, che sarebbe responsabile della morte di una donna, la famiglia della vittima plaude come «ad un primo risultato», ma si chiede come mai il medico rimanga al suo posto e perchè l’Ordine dei medici non abbia preso provvedimenti di alcun tipo. A rispondere è il presidente dell’Ordine dei medici di Enna Renato Mancuso.

La storia è quella della signora Piera Settimia Ramagnano che nel 2008 va in ospedale per far verificare un neo che le viene asportato, ma non analizzato, e a giugno del 2013 la signora muore di melanoma. La Procura di Nicosia aprì un fascicolo dopo che la famiglia presentò, l’8 luglio 2013, un esposto in cui denunciava il medico per «errore diagnostico ed omissione di esame istologico». Nei giorni scorsi la Procura di Enna, che aveva chiuso le indagini a novembre 2013, ha chiesto il rinvio a giudizio per il medico che «per imprudenza, negligenza ed imperizia e comunque con violazione dei protocolli e delle regole dell’arte medica, effettuava una diagnosi errata della formazione verrucosa presente sul dorso della persona offesa». Per la Procura A.B. avrebbe dovuto chiedere un consulto dermatologico, avrebbe dovuto asportare «un’ampia losanga di tessuto che avrebbe impedito la propagazione della malattia» e invece si limitò «ad un’escissione superficiale e circoscritta della cute» e non sottopose il campione escisso all’esame istologico.

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