ENNA. Colpo di scena al processo antimafia Homo Novus, che si celebra dinanzi al Gup di Caltanissetta Lirio Conti e vede alla sbarra dieci persone, tra cui i leonfortesi che per la polizia e la Dda di Caltanissetta avrebbero rimesso in moto Cosa Nostra in città e al cui vertice ci sarebbe Giovanni Fiorenza, detto "u sapienti". Il leonfortese Angelo Monsù, attualmente imputato a Enna per associazione mafiosa, avrebbe reso dichiarazioni accusatorie verso altri imputati. Il contenuto dell'interrogatorio non si conosce, ma si è saputo che Monsù si è difeso, dinanzi al Pm, e che ha parlato anche di altri. Ma non è un pentito: sul punto è stato chiaro il Pm Roberto Condorelli, la cui requisitoria, ieri, è saltata per questo. «Nessuna collaborazione», tra l'altro, è confermato anche da fonti vicine allo stesso Monsù, che è difeso dall'avvocato Antonio Impellizzeri. L'interrogatorio deve essere trascritto, ma è stato depositato in forma riassuntiva e dovrà essere messo a disposizione delle difese entro domani. E il Gup non ha ancora deciso se ammetterlo o meno, o se disporre un eventuale interrogatorio ex novo, in aula, di Monsù, con il contraddittorio delle parti. Deciderà il 13 febbraio, giorno della prossima udienza, alle 10,30 nell'aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta; dopo che le difese diranno la loro sul punto, una volta letta la trascrizione del verbale. Il Pm ieri ha chiesto anche di acquisire alcune intercettazioni, che risalgono al periodo delle indagini ma che non figuravano, fino a ieri, tra gli atti prodotti dall'accusa. Una richiesta a cui si sono seccamente opposti i difensori, perché la decisione di accedere al rito abbreviato, ha spiegato il penalista leonfortese Ones Benintende, è stata presa per affrontare il processo allo stato degli atti. ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA OGGI