ENNA. Un totale di ottantuno anni di reclusione per i dieci imputati del processo antimafia Homo Novus. Li ha chiesti ieri mattina, al termine della sua requisitoria, il Pm Roberto Condorelli, dopo aver ricostruito i principali affari di Cosa Nostra a Leonforte. Chiesti 14 anni di reclusione per il presunto capo del clan Giovanni Fiorenza, detto "sacchinedda", e per i suoi due figli Alex "lo stilista" e Saimon "il bufalo"; 10 anni e 4 mesi per Giuseppe Viviano, detto "pippu u catanisi"; 8 anni per Nicola Guiso detto "u lupu", processato a piede libero; 7 anni e 8 mesi e 8 mila euro di multa per Giuseppe Cuccia, detto "Orzowey"; 5 anni e 6 mila euro di multa per Gaetano Cocuzza; e 2 anni e 8 mesi ciascuno per i tre che sin dall'inizio sono stati indagati, prima, poi processati a piede libero per reati minori, ovvero Domenico Trovato, Pietro e Alessandro Piccione.
Per coloro a cui era stata contestata l'associazione finalizzata al traffico di droga, è stata ritenuta di "lieve entità"; e in certi casi in continuazione con l'associazione mafiosa. Dunque per Fiorenza, che ieri mattina si è sottoposto a un lungo interrogatorio - da parte del Gup Lirio Conti, prima, poi dei suoi difensori, gli avvocati Giovanni Palermo e Ones Benintende, poi dello stesso Pm Condorelli - è stata chiesta la stessa pena dei suoi due figli, nonostante a lui venga contestata l'aggravante di esser stato il capo.
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