CALASCIBETTA. Il giudice ha deciso di mandarlo in carcere e tenerlo distante, così, dalla moglie, che avrebbe picchiato per un banale litigio, sabato sera, dopo essere tornato a casa ubriaco. È stato convalidato l'arresto di un trentatreenne incensurato, catturato dai carabinieri della stazione di Calascibetta, diretti dal Norm della compagnia di Enna. Ieri mattina il Gip Vittorio La Placa, al termine dell'udienza di convalida, ha disposto la traduzione in carcere. L'indagato, difeso dall'avvocato Gaspare Agnello, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
A quel punto il giudice, preso atto della gravità delle accuse, ha disposto la custodia cautelare in carcere e la traduzione alla Casa circondariale di Enna del giovane, che fino a quel momento era stato ristretto in una camera di sicurezza del comando provinciale dell'Arma dei carabinieri di Enna, in attesa dell'udienza. Alla fine, l'avvocato Agnello, contattato telefonicamente, si è limitato a sottolineare che a questo punto si valuteranno le soluzioni migliori per ottenere un provvedimento di scarcerazione, perché la vicenda presenterebbe dei profili "poco chiari". L'inchiesta dei carabinieri è diretta dal sostituto procuratore Fabio Scavone. Secondo gli investigatori, sabato avrebbe riempito di botte la moglie, finita in ospedale con una costola fratturata e escoriazioni in varie parti del corpo.
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