ENNA. Prima i loro contratti di lavoro sarebbero stati trasformati, da stabili, a tempo determinato. E poi, un anno dopo, l'azienda ha dato loro il ben servito, non rinnovando i contratti e mandandoli a casa. Adesso per otto vigilanti di una società in fase di fallimento, che gestiva il controllo ambientale per conto della Provincia, il Tribunale di Enna ha ordinato il reintegro sul posto di lavoro, condannando la società anche al risarcimento dei danni (12 mensilità di stipendio).
Lo ha deciso il giudice del lavoro Francesca Daniela Balsamo, che ha accolto la tesi dei ricorrenti - assistiti dagli avvocati Giuseppe Greco e Pietro Sciortino - e dichiarato «nulla» la modifica dei loro contratti; che a detta dei lavoratori, e la tesi è stata accolta dal giudice, sarebbe stata fatta per aggirare la normativa sui licenziamenti. Appena il contratto è scaduto, in pratica, non è stato rinnovato. Sul punto, scrive il giudice, la società nulla avrebbe «eccepito o contestato, essendosi limitata ad impostare, in via esclusiva, le proprie difese su una pretesa oggettiva impossibilità di far fronte ai propri impegni nei confronti dei lavoratori».
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