ENNA. Era originario di Enna Salvatore Mirabella, l’autotrasportatore cinquantasettenne morto per una caduta da venticinque metri durante un’arrampicata ad alta quota. Per la sua morte, avvenuta nel pomeriggio dello scorso sabato 11 aprile a Falesia del Bosco, nella Valle Orco in Piemonte, la Procura di Ivrea ha aperto un’inchiesta. Il procedimento, aperto, come accade generalmente in questi casi, a carico di ignoti, mira ad accertare se ci possano essere responsabilità di terze persone per ciò che è accaduto: l’ipotesi su cui lavora il sostituto procuratore Chiara Molinari è omicidio colposo. Chi indaga mira a comprendere se la caduta sia addebitabile al cedimento di un moschettone, che potrebbe essere stato dovuto a un difetto di fabbricazione. Il nodo centrale dell’inchiesta, insomma, ruota attorno a quel moschettone, parte fondamentale del kit di un arrampicatore. L’apertura di un fascicolo, in questi casi, è un atto dovuto per la Procura ordinaria territoriale, che mira proprio a fugare tutti i possibili dubbi sulla dinamica e individuare eventuali responsabilità di terze persone. Secondo quanto è emerso, non ci sarebbe alcun testimone. Mirabella, originario di Enna, viveva da più di venti anni a Front, in provincia di Torino. La prima a dare l’allarme è stata la moglie, la signora Silvia, quando si è accorta di non riuscire a parlare con il marito, che era atteso a una cena da alcuni amici.
Tragica arrampicata in Piemonte, muore un camionista di Enna: aperta un'inchiesta
La vittima era originaria di Enna
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