ENNA. Hanno un bambino piccolo che ha bisogno di cure costanti, perché affetto da una grave sordità. E inoltre, quando occuparono arbitrariamente un alloggio popolare, c'era con loro il padre di lei, malato, che sarebbe morto da lì a poco. Per questo marito e moglie, rispettivamente di 47 e 40 anni, sono stati assolti dal Tribunale di Enna. Il giudice ha accolto appieno la tesi del loro legale, l'avvocato Carmelo Mirisciotti: hanno agito per stato di necessità. La sentenza è stata emessa dal giudice Daniela Sedia, in composizione monocratica. L'imputazione, per marito e moglie, era appunto «invasione arbitraria» di una casa popolare.
Il primo punto che è emerso in aula, alla luce della deposizione di un ispettore dei vigili urbani che aveva condotto il sopralluogo nell'alloggio occupato, è che i coniugi hanno fatto ingresso nella casa senza compiere alcuna effrazione, dato che la porta era aperta. L'ipotesi, invero, non era mai stata contestata loro, tant'è che non c'era alcuna aggravante all'accusa. Poi è emerso che, l'immobile in questione, non era stato assegnato a nessun altro, dunque non c'erano procedure in corso, bloccate dall'arbitraria occupazione.
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