LEONFORTE. È stato rimesso in libertà, dopo la ritrattazione di uno dei testimoni dell' accusa, l' operaio ventiduenne G.M., imputato per violenza sessuale ai danni di una ragazzina di 15 anni. Adesso il giovane, che era ai domiciliari, è totalmente libero, con il solo divieto di incontro con l' accusatrice. Accade all' indomani dell' udienza, che si è svolta dinanzi al Tribunale collegiale di Enna, presieduto da Giuseppe Tigano, giudici a latere Alessandra Maira e Marco Minnella, in cui è caduto uno dei tasselli dell' accusa. La revoca dei domicilia ri è stata disposta in accoglimento dell' istanza dell' avvocato Giuseppe Greco, che difende l' imputato. Il processo riprenderà il 15 giugno.
Una sera d' estate dell' anno scorso, due ragazze e due ragazzi avevano posteggiato nella zona del cimitero. La quindicenne e il presunto aggressore sono rimasti in macchi na, la sorella di lei e un amico invece sono usciti a fare due passi. In quel frangente la quindicenne avrebbe cominciato a urlare e i due, tornati indietro, l' avrebbero salvata. Ma alla scorsa udienza, a salire sul banco dei testimoni è stato l' altro giovane. Alla polizia aveva con fermato di aver dovuto praticamente tirare a forza fuori della macchina quel ragazzo, quasi strappandolo da sopra la vittima, che urlava, durante la violenza. Di fronte ai giudici però ha cambiato versione, dicendo di non ricordare nessuna violenza. Sulla deposizione non sono emersi troppi particolari: il processo si celebra a porte chiuse. Ma secondo quanto emerge, il Pm Marco Di Mauro lo avrebbe più volte ripreso, contestandogli vari punti della sua precedente testimonianza, che sarebbe stata molto dettagliata; chiedendo pure la trasmissione degli atti alla Procura per procedere, eventualmente, per falsa testimonianza.
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