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Gli arresti per la strage di Catenanuova, sventata la vendetta nei confronti di un pentito

CATENANUOVA. «Desidero esternare la mia soddisfazione per questa attività, che non è stata semplice e ci ha permesso di riportare ulteriormente la serenità in una città, Catenanuova, da troppo tempo al centro di scontri violenti e cruenti, come quelli degli anni passati». Così il colonnello Paolo Puntel, comandante provinciale dei carabinieri di Enna, ha commentato l’esito dell’operazione Lock Out, con cui i suoi uomini hanno fatto piena luce, grazie all’indagine dell’Arma, e ai fermi ordinati dal sostituto procuratore Roberto Condorelli della Dda di Caltanissetta, sugli omicidi di Salvatore Prestifilippo Cirimbolo e di Prospero Leonardi, avvenuti rispettivamente nel 2008 e nel 2012. Secondo il colonnello, «l’attività svolta ha permesso anche di comprovare l’estrema pericolosità dell’organizzazione che era armata e anche pesantemente, con armi da guerra».

Il procuratore Sergio Lari, che ha aperto la conferenza stampa di ieri fornendo vari particolari sull’attività svolta, ha sottolineato l’importanza dei fermi, perché «la previsione che ci fosse un reale pericolo di fuga si è rivelata fondata, dato che un quinto uomo si è reso uccel di bosco».   È stato proprio il procuratore Lari a riferire, pur con molte cautele, delle minacce ricevute dal collaboratore Filippo Passalacqua, prima che decidesse di diventare un pentito, dall’ex convivente fermata.

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