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«Strage di Catenanuova», Di Marco resta in carcere

È accusato di avere fornito le armi

CATENANUOVA. Nega ogni possibile coinvolgimento, anche come mero fornitore di armi «corte», nella cosiddetta «strage di Catenanuova», ma il Gip ha convalidato comunque il fermo di Nunzio Di Marco, l’unico ennese catturato nell’operazione «Lock Out», con cui all’alba di martedì i carabinieri del nucleo investigativo, diretti dal capitano Michele Cannizzaro e dal colonnello Paolo Puntel, hanno sottoposto a fermo quattro persone per associazione mafiosa e omicidio. Di Marco è accusato di aver fornito le armi ai killer che hanno ucciso l’agricoltore Salvatore Prestifilippo Cirimbolo e ferito sei persone, nella piazza centrale di Catenanuova, nel luglio 2008.

Il fermo è stato convalidato dal Gip Vittorio Giuseppe La Placa, che ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, dichiarando poi la propria incompetenza funzionale e trasmettendo gli atti al Gip di Caltanissetta. Di Marco, che ha risposto negando ogni addebito, è difeso dall’avvocato Egidio La Malfa. Ora tutto passa a Caltanissetta, dove l’inchiesta è coordinata dalla Dda.

 

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