ENNA. Entra nel vivo l’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza sotto il coordinamento della Procura di Enna, sui lavori di messa in sicurezza del Castello di Lombardia, il cui cantiere è stato sequestrato l’anno scorso. Il consulente della Procura, l’ingegnere Alberto Fonte, ha depositato pochi giorni fa la sua relazione. Una relazione corposa, che conterrebbe risposte precise ai quesiti formulati dal sostituto procuratore Francesco Rio, titolare dell’inchiesta; e che, secondo quanto trapela sotto forma di indiscrezione, nei prossimi giorni potrebbe portare già alle prime attribuzioni di specifiche ipotesi di responsabilità.
La perizia contiene anche una relazione geostatica, elaborata dal professore Orazio Barbagallo. Per il momento comunque l’inchiesta rimane iscritta a “carico di ignoti”, come deciso dalla magistratura requirente ennese, che ha scelto la linea della cautela fin quando non sarebbe stata in possesso della relazione del consulente. Le ipotesi di reato che hanno portato al sequestro però sono “esecuzione di opere su beni paesaggistici senza la prescritta autorizzazione” o “in difformità della stessa” e “distruzione e deturpamento di bellezze naturali”.
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