ENNA. Per l’acqua pubblica si mobilita il consiglio. Sono cinque i consiglieri comunali che chiedono una seduta “aperta” alle associazioni che rappresentano i cittadini. Gli obiettivi sono molti: modificare lo statuto comunale per riconoscere il “diritto all’acqua”, chiedere al presidente della regione la nomina di una commissione per verificare gli inadempimenti contrattuali di AcquaEnna e, se ci saranno i presupposti, chieder al risoluzione anticipata della convenzione con la società, annullare l’accordo bonario di giugno scorso e valutarne l’impugnazione, impedire alla società di distaccare i contatori in caso di morosità e invitare la stessa società ad istituire “un fondo di solidarietà a sostegno dei soggetti meno abbienti”.
A sottoscrivere la richiesta i consiglieri Luciana Spedale, Giusi Gentile, Maria Di Costa, Dario Scinardo e Nando Zappia. La società Acquaenna Scarl, che gestisce il servizio idrico integrato, è subentrata alla gestione dei Comuni sulla base di una convenzione stipulata a novembre 2014 tra l’Ato 5 di Enna e Acquaenna. La convenzione ha affidato la gestione del servizio “in via esclusiva” ad Acquaenna per 30 anni. sulla base di questa convenzione il Comune, dal 2005, ha messo a disposizione della società beni e opere pubbliche afferenti al servizio.
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