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Guardia penitenziaria vicina a boss a Enna, al via il processo

Entrerà nel vivo domani con le prime deposizioni degli investigatori che hanno condotto le indagini

ENNA. Entrerà nel vivo domani, con le prime deposizioni degli investigatori che hanno condotto le indagini, il processo a carico di Salvatore Gesualdo, 32 anni, l'assistente della polizia penitenziaria arrestato per mafia e tentata estorsione, lo scorso ottobre, perché ritenuto un appartenente al clan di Enna di Cosa Nostra. Assieme a lui sarà alla sbarra per mafia il reggente del clan Giancarlo Amaradio. Il processo è rimasto sub judice fino alla settimana scorsa, perché si è dovuta esprimere la Corte di Cassazione sul decreto di giudizio immediato, chiesto e ottenuto dalla Dda per Gesualdo.

I giudici hanno respinto il ricorso del suo avvocato, il penalista Michele Baldi, secondo cui il giudizio immediato non era possibile, visto che tra i presupposti per questo particolare rito c'è che si «sia esaurita la fase cautelare», cioè che l'arresto fosse stato confermato senza annullamenti; cosa che non è ancora avvenuta, considerato che a tutt'oggi, per l'ordinanza di custodia che ha portato Gesualdo a Santa Maria Capua Vetere, si deve pronunciare, per la seconda volta, la stessa Suprema Corte. L'udienza romana, quasi certamente, si terrà entro fine anno.

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