ENNA. Dichiarò di aver percepito in un anno, nel 2012, «solo» 13 mila euro, dunque di non potersi permettere un avvocato a spese sue e dover accedere per questo al gratuito patrocinio. Si tratta della possibilità, che viene data dalla legge a persone che rientrino in ristretti parametri socio-economici, di scegliersi un avvocato e di farsi difendere a spese dello Stato. Ma era un falso, perché in realtà, un imprenditore agricolo della provincia di 43 anni, nell'anno fiscale 2012 aveva percepito ben 33 mila euro. Non si trattava di una cifra astronomica, certo, ma con questi numeri non poteva più rientrare nei parametri per il gratuito patrocinio.
Per questo adesso è stato condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione e 700 euro di multa, con pena sospesa. E di sicuro, la prossima volta, c'è da credere che farà meglio i propri conti. I fatti, come detto, risalgono al giugno del 2013, quando l'uomo era al centro di un procedimento penale per altri fatti. In quella sede, pur volendo risparmiare, decise di andare oltre la difesa tecnica obbligatoria, che viene data d'ufficio a chi non procede alla nomina di un difensore di fiducia, ma di accedere al gratuito patrocinio. Si tratta, come detto, di una facoltà che non viene concessa facilmente, a chi non è in grado di dimostrare di aver avuto basso reddito e di non avere grosse proprietà, dunque di non essere realmente in grado di potersi pagare da solo il proprio difensore di fiducia.
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