ENNA. «Lui mi ha toccato e ha cercato di baciarmi». Lo ha detto una ragazzina di sedici anni, che adesso vive fuori dall'Italia, confermando così le accuse che ha formulato nei confronti di suo zio, accusato di violenza sessuale aggravata sulla nipotina, nel periodo in cui la piccola aveva solo tredici anni. Il processo, che si celebra dinanzi al Tribunale collegiale di Enna, presieduto da Giuseppe Tigano e composto dai giudici a latere Alessandra Maira e Marco Minnella, ieri è entrato, dunque, nel vivo con la deposizione della ragazzina.
La sedicenne ha risposto in videoconferenza, dal luogo dove vive, interrogata dal Pm Francesco Rio e del difensore dell'imputato, l'avvocato Carmelo Lombardo. Il suo esame è durato diversi minuti, nel corso dei quali l'accusa ha puntato a ricostruire i contorni della vicenda. E la presunta vittima ha confermato l'accusa. Nel controesame, invece, la difesa ha messo in evidenza presunte incongruenze del racconto.
L'accusa è rubricata in provincia di Enna, nel gennaio 2013. La difesa ha chiesto notizie su presunti contrasti tra il padre della ragazzina e lo zio, oggi imputato. Poi, in aula, ha deposto la mamma della presunta vittima, che ha riferito ciò che le ha detto, nell'immediatezza, sua figlia. La donna, tuttavia, ha confermato di non avere assistito personalmente. Alla prossima udienza sfilerà l'ultimo testimone dell'accusa, poi la parola passerà ai testimoni a discolpa, con cui la difesa punterà a smontare l'imputazione.
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