ENNA. A ventiquattro ore dall’attivazione del servizio di sterilizzazione dei randagi nell’ambulatorio veterinario comunale dell’ex Macello, la terza commissione consiliare guidata da Stefania Marino Pd è tornata ad occuparsi del problema. Martedì scorso i consiglieri insieme all’assessore Gaetana Palermo, delegata dal sindaco Maurizio Dipietro, e al dirigente veterinario dell’Asp Ireneo Sferrazza hanno fatto il punto sul servizio. Sferrazza ha sottolineato che l’attività è partita grazie alla buona volontà di tutti ma l’amministrazione comunale deve completare, nel giro di qualche giorno, la documentazione occorrente. Senza il servizio potrebbe bloccarsi. Da parte del Comune c’è tutta l’intenzione a non richiudere un capitolo ritenuto a ragione fondamentale per la lotta al randagismo. Non solo ma sempre Sferrazza ha aperto le finestre ai nuovi obiettivi. Ha ricordato che il servizio può essere implementato con altri e l’attività estesa a più Comuni che non dispongono di personale, locali e attrezzature idonee. Implementazioni che consentirebbero di sfruttare le normative comunitarie per aggredire finanziamenti. I consiglieri poi si sono occupati anche dell’attività del canile nisseno che oggi gestisce il servizio di rifugio e di accalappiamento. Su quest’ultimo aspetto è stata estremamente critica la Marino: «Se intendiamo apportare risparmi al Comune non possiamo più tollerare che il servizio si limiti ad essere una sorta di albergo per randagi dove l’amministrazione deve pagare un lauto soggiorno».