ENNA. Il Miur ha già emanato tre diffide e diversi avvisi dichiarandone l'illegittimità, per il ministro Stefania Giannini è fuori legge, cinque persone sono state iscritte nel registro degli indagati dalla Procura per abuso d'ufficio, invasione di edificio pubblico e falso per soppressione. Eppure, a Enna tutto procede come se nulla fosse. Con una cerimonia ufficiale e alla presenza del governo regionale, rappresentato dall'assessore all'istruzione Bruno Marziano (Pd), oggi è stata inaugurata la facoltà di medicina dell'Università romena Dunarea de Jos Galati, con l'interfaccia del 'Fondo Proserpinà, amministrato dall'ex senatore del Pd, Vladimiro Crisafulli, anche lui indagato dalla Procura. Il presidente dell'Università Kore di Enna, Cataldo Salerno, ha salutato i 44 studenti dei 66 iniziali, che hanno superato il test di romeno, tutti schierati in camice bianco. Durante la cerimonia, l'avvocato e professore universitario alla Sapienza di Roma, Augusto Sinagra, nella sua lectio magistralis, si è scagliato contro le «baronie mediche che hanno sfregiato le università italiane», ricordando che l'estensione della Dunarea è in perfetta linea con il trattato di Lisbona. Non è di questo avviso il ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca che non riconosce la facoltà e secondo cui i titoli di studio che saranno rilasciati non hanno «alcun valore nè a fini accademici nè ai fini professionali e non potrebbero essere riconosciuti nè da altro Ateneo nè da altra Autorità pubblica». Dopo avere ricevuto una nota della Prefettura sull'inaugurazione della facoltà, il Miur ha emanato una «comunicazione urgente» informando «studenti e famiglie» che i corsi non hanno alcuna autorizzazione. Per il ministro Giannini «questa iniziativa si pone completamente fuori dalla legge, dai binari chiari e trasparenti che riguardano tutti gli atenei». E sottolinea che «esistono esempi eccellenti di nuove proposte accademiche che hanno passato tutto l'iter di valutazione, non è un fattore secondario. Perchè se tutti possono aprire dappertutto, si crea un precedente rischioso». Il ministro Giannini riconduce la questione alla «legge nazionale» che, ha ricordato, «impone il rispetto di criteri trasparenti condivisi, a tutela della qualità dell'istruzione: e nel caso in questione mi permetto di aggiungere anche a tutela di un bene prezioso come la salute». Sbottano i 5stelle. I parlamentari regionali bollano come «inaccettabile, oscena, scandalosa, inaudita, oltraggiosa» l'inaugurazione della facoltà romena «in barba alle leggi italiane, a dispetto di ben tre diffide del Miur e di tre indagini in corso». Ed «è intollerabile oltre ogni misura che all'inaugurazione abbia presenziato l'assessore Marziano, che ha parlato a nome del governo Crocetta». Intanto, tra la Procura e il Fondo Proserpina è braccio di ferro. I legali del Fondo hanno presentato una denuncia al Csm e al Tribunale di Catania contro il capo della procura di Enna, Calogero Ferrotti. «Non possiamo non registrare come, ancora una volta, il ministero cerca di confondere la realtà dei fatti, nel tentativo, in verità alquanto ridicolo, di instillare insicurezza negli studenti e nelle loro famiglie, circa la validità del titolo che sarà conseguito al termine del corso di studi universitario, utilizzando argomentazioni che nulla hanno a che vedere con la realtà dei fatti e, soprattutto, con il vigente quadro normativo comunitario». È quanto si legge in una nota del Fondo Proserpina, amministrato dall'ex senatore del Pd Vladimiro Crisafulli, «in riferimento alla nota del Miur avente per oggetto l'estensione in aula remota della facoltà di Medicina e delle professioni sanitarie dell'Università Dunarea de Jos di Galati». «In ogni caso torniamo a ribadire che il titolo di studio non è e non sarà rilasciato dal Fondo Proserpina srl ma, bensì, dalla stessa Università Dunarea de Jos che non ha aperto a Enna nessuna filiale ma, bensì, una »estensione didattica in aula remota« nel rispetto del diritto di stabilimento sancito dal Trattato per il funzionamento dell'Unione Europea - prosegue la nota - e, per tale ragione, non necessita di alcun tipo di accreditamento da parte del ministero italiano, in quanto già dotato dei necessari accreditamenti da parte del governo della Romania e dell'Unione Europea». «Ci auguriamo, inoltre, che il Miur metta lo stesso impegno e la stessa foga con la quale si interessa alla vicenda dell'estensione romena a Enna, ad altre iniziative, come quella portata avanti dall'università di Sofia in collaborazione con il Cepu», conclude la nota.