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Era accusata di disturbare la messa, assolta una parrocchiana a Nicosia

Era stata denunciata dal prete perché continuava a cantare nonostante le fosse stato intimato il silenzio

NICOSIA. Rischiava fino a due anni di carcere la nicosiana Maria Giardina, finita sotto processo con l’accusa di avere disturbato la messa nella parrocchia di Santa Maria Maggiore.

Il Tribunale di Enna, in composizione monocratica, giudice A. M. Maira, l’ha assolta. Sulla base dell’articolo 405 del codice penale, relativo a “turbamento delle funzioni religiose”, “chiunque impedisce o turba l'esercizio di funzioni, cerimonie o pratiche religiose del culto di una confessione religiosa, le quali si compiano con l'assistenza di un ministro del culto medesimo o in un luogo destinato al culto, o in un luogo pubblico o aperto al pubblico, è punito con la reclusione fino a due anni”.
I fatti per cui si arrivò al processo risalgono al 16 gennaio di due anni fa. Prima dell’inizio della funzione religiosa è prassi accogliere il sacerdote celebrante con un canto d’ingresso. La signora Giardina al termine del canto invece di fermarsi, come aveva fatto l’intera assemblea, aveva continuato a cantare. Il parroco Nicola Ilardo era intervenuto, ma la signora, aveva rimbrottato il parroco cercando di darsi ragione.

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