ENNA. Approda in Cassazione il caso dell' omicidio di Vanessa Scialfa, la ventenne che fu strangolata dal fidanzato, Francesco Lo Presti, che poi gettò il cadavere sotto un viadotto fuori città, dopo averlo avvolto in un lenzuolo. L'assassino, reo confesso, è stato condannato a 30 anni di reclusione per omicidio aggravato e occultamento di cadavere. A ricorrere è il suo difensore, il penalista Antonio Impellizzeri, che contesta vari punti della ricostruzione dei giudici, chiedendo di annullare la sentenza di appello per giungere, in estrema sintesi, a una riduzione di pena.