Enna

Venerdì 22 Novembre 2024

Indagine su Alfano dopo l'inchiesta su ateneo romeno a Enna

ENNA. L'inchiesta su presunti pressioni al Viminale per lo spostamento da Enna del prefetto Fernando Guida, poi trasferito a Isernia, è partita da uno stralcio di quella attivata dalla Procura sulla fondazione Proserpina per l'apertura dei corsi di Medicina e professioni Sanitarie dell'università romena 'Dunarea de Jos' di Galati. Le indagini sono finite in un rapporto che l'allora procuratore Calogero Ferrotti, il 31 dicembre scorso, ha inviato alla Procura di Roma che ha indagato, per abuso d'ufficio, il ministro dell'Interno Angelino Alfano, il viceministro Filippo Bubbico e il suo segretario particolare Ugo Malagnino, l'ex senatore del Pd Vladimiro Crisafulli e il presidente dell'università Kore di Enna, Cataldo Salerno. Nel fascicolo sono confluite intercettazioni della guardia di finanza di conversazioni tra Crisafulli, che era indagato nell'inchiesta Properpina, e Malagnino, che, secondo la ricostruzione dell'accusa, avrebbero fatto pressioni per fare trasferire Guida. Salerno, per lo stesso motivo, si sarebbe recato a Roma.Alfano indagato: ex Procuratore, ci sono elementi indiziari Sul caso l'ex procuratore di Enna, Calogero Ferrotti, ha dichiarato di aver  "trasmesso a Roma soltanto un rapporto, poi le valutazioni finali le ha tratte la Procura della Capitale che, ho letto, ha diramato degli avvisi di conclusione indagine". Ferrotti dice di "non volere rilasciare dichiarazioni" e invita a attendere perché, tanto, "gli atti saranno ostensibili nel momento in cui si apre il processo davanti al Tribunale per i ministri". "Ci sono sicuramente degli elementi indiziari - aggiunge l'ex Pm - che sottoposti al vaglio dell'autorità giudiziaria ci hanno indotto a trasmettere gli atti alla Procura di Roma per ulteriore approfondimenti, valutazioni ed eventuali riscontri. Ma quelli indiziari sui contatti ci sono". Tra questi Ferrotti cita "l'urgenza per adottare il provvedimento" che emergerebbe dagli indizi: "c'era una certa sollecitudine a procedere". L'ex procuratore precisa che "ci sono state anche altre posizioni, ma che, non sono state chiamate in causa". "Vi sono stati dei contatti tra Crisafulli e gli ambienti romani per far trasferire con grandissima urgenza il prefetto Guida", ha aggiunto Ferrotti. "Per me le posizioni più chiare - osserva il magistrato in quiescenza - erano quelle di Crisafulli e Malagnino, che sono compagni di partito, appartenevano alla stessa corrente e sono molto amici. Poi c'era da approfondire il ruolo di Alfano e Bubbico". "Nelle intercettazioni - aggiunge - i due dicono che lo spostamento di Guida andava fatto in tempi brevissimi, entro Natale, perché poi Alfano sarebbe partito per le vacanze. Millanterie? Potrebbe darsi. Eppure le date e la successione degli eventi inducono a pensarla diversamente. Tanto più che alla fine ci sono state pure le telefonate di congratulazioni...". "Non ho mai nascosto il mio giudizio sull'operato dell'ex prefetto - si difende il presidente della Kore di Enna, Cataldo Saleno - L'ho fatto sempre alla luce del sole, con una lettera aperta in piena estate, quando c'è ancora più luce e più sole".  "E poi - aggiunge - io non partecipo a Consigli dei ministri né trasferisco prefetti, vorrei capire che c'entro...". Nessun commento invece dal Prefetto di Isernia, Fernando Guida. Oggi alle 8.30 Guida era già nel suo ufficio del Palazzo di Governo, ma non ha voluto ricevere i giornalisti facendo riferire dai componenti del suo staff di segreteria che "per ora preferisce non commentare". "Ha ragione Alfano: è una cosa morta già da tempo. Io il ministro non lo sento da quando era deputato regionale in Sicilia, nel 2001. Io sono contento di questa indagine: se andrà avanti chiarirà chi veramente ha commesso un abuso d'ufficio". Così Mirello Crisafulli, ex senatore del Pd, sull'inchiesta sul trasferimento del prefetto di Enna, Fernando Guida, sostenendo di "essere abituato: sono ormai indagato dall'età della pietra...". Crisafulli si dice "tranquillo, sereno e sereno", anche perché, spiega, ironizzando, "per commettere un abuso bisogna avere un ufficio...", e poi, aggiunge: "questa inchiesta è troppo costruita per potere essere seria". Dice di "non avere parlato col viceministro Filippo Bubbico, ma col suo segretario particolare, Ugo Malagnino". Di essersi "lamentato con lui" che il "prefetto abbia inviato la guardia di finanza a sequestrare documenti per la facoltà romena di Medicina". Conferma di "avere più volte incontrato il senatore Pino Firrarello per parlare di iniziative politiche". E contesta la lettura della tempistica: "soltanto con la sollecitazione del ministro Alfano è stata commissariata la Fondazione". Ribadisce di "non avere chiesto il trasferimento del prefetto", e si dice certo della "serietà della magistratura, in particolare quella giudicante, che farà chiarezza su tutto".  

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