ENNA. Ci sarebbero anche numerosi ennesi – almeno tre dei quali, nella zona nord della provincia, sarebbero già stati denunciati a piede libero – tra i presunti truffatori coinvolti nell’operazione «Prima visione», la maxi-inchiesta della guardia di finanza che ha svelato, sinora in undici province d’Italia, un sistema di abbonamenti paralleli sul web, illegali e a prezzi stracciati, alle pay tv. Gli ennesi scoperti, secondo quanto trapelato, sarebbero clienti di quel sistema illegale, che sarebbe stato creato ad arte per fornire «abbonamenti alternativi» sul web, in maniera truffaldina, ai vari pacchetti di Sky e Mediaset. Ma la posizione dei presunti clienti, seppure non di primo piano, non è certo meno grave: rischierebbero, per concorso in truffa, fino a 3 anni di reclusione e 25 mila euro di multa, più eventuali risarcimenti. C’è anche Enna, dunque, tra le 11 province d’Italia coinvolte, sinora, nella maxi-inchiesta condotta dalla Procura di La Spezia. La truffa, che sarebbe stata ideata da uno spezzino, consisteva nell’offrire l'intera piattaforma a pagamento delle tv a soli venti euro al mese, una cifra di gran lunga inferiore all'abbonamento legale. Il presunto ideatore aveva un’articolata e sofisticata rete di software e hardware adatti allo scopo: oltre 1.600 canali a disposizione grazie ad una app, che veniva scaricata dallo smartphone o dalla smart tv.