ENNA. La Corte di Cassazione ha confermato 30 anni di carcere a Francesco Lo Presti, 38 anni, che uccise la sua giovane convivente ventenne Vanessa Scialfa, il 24 aprile del 2012. La Cassazione ha, dunque, respinto il ricorso presentato da Lo Presti, assistito dall’avvocato Antonio Impellizzeri, che contestava la sentenza di appello accogliendo in toto le istanze della parte civile «Siamo soddisfatti dell’esito del processo – ha detto il legale dei genitori di Vanessa, Eleanna Parasiliti Molica –. Non è stato un processo facile in tutti i tre gradi di giudizio ma siamo contenti perché sono state accolte tutte le istanze da noi rappresentate». A Lo Presti, che dopo avere ucciso Vanessa strangolandola con un cavo del dvd, l’ha finita con uno straccio intriso di candeggina, non era piaciuta la decisione della Corte d’Appello. I giudici di Caltanissetta, infatti, non avevano concesso l’ennesima perizia collegiale che avrebbe provato la sua incapacità di intendere considerato il fatto che, in primo grado, l’uomo era stato sottoposto a ben 4 perizie e che alla fine i giudici del Tribunale di Enna avevano concluso che era perfettamente in grado di intendere e volere quando aveva ucciso Vanessa. Non solo, in Appello erano state negate anche le attenuanti della provocazione e della confessione. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE