ENNA. L’accusa ipotizzata dalla Dda di Caltanissetta è intestazione fittizia di beni. E scaturisce da un’indagine condotta dal nucleo investigativo dei carabinieri di Enna. Per questo il Pm Roberto Condorelli ha chiesto di condannare a 4 anni di reclusione Salvatore Seminara, il presunto referente provinciale di Cosa Nostra, detto «zio Turi», originario di Mirabella Imbaccari, nel Catanese. Chiesti poi 3 anni per il suo presunto braccio destro, l’aidonese Gaetano Drago e 2 anni per un’amica di Seminara, Concetta Filippa Catalfamo, originaria della Lombardia, a cui la stessa Dda ha chiesto di concedere le attenuanti generiche e la sospensione della pena. La requisitoria del pubblico ministero, dinanzi al Tribunale collegiale di Enna, è durata pochi minuti, ma segue un procedimento lungo e complesso, per cui il pubblico ministero ha depositato anche una memoria e un’ulteriore produzione documentale, elaborata sulla base delle indagini patrimoniali condotte dagli uomini del Maggiore Michele Cannizzaro. L’ipotesi, in sostanza, è che Seminara, con l’aiuto di Drago, abbia reperito ed acquistato un appartamento - sei vani più un garage di trenta metri quadrati a Piazza Armerina - pagandolo 65 mila euro; intestato poi alla Catalfamo. Il corrispettivo sarebbe stato pagato da Drago in più rate ai venditori, con assegni circolari; solo che per pagarlo avrebbe usato i soldi che gli dava Seminara, al fine, sostiene la Dda, di eludere il rischio che «zio Turi» potesse essere sottoposto a provvedimenti di sequestro o confisca di beni, cosa che poi gli accadde (gli sono stati confiscati i beni, per un valore stimato dai carabinieri e dalla Dia di 10 milioni di euro, per cui è tuttora in corso la procedura di appello chiesta dalla sua difesa). Secondo l’accusa, in pratica, i tre avrebbero agito al fine di avvantaggiare Cosa Nostra, «di cui tanto Drago quanto Seminara - si legge nel capo d’imputazione - facevano parte». Questa, va precisato, per il momento è solo un’ipotesi, considerato che Seminara e Drago non hanno mai subìto condanne per mafia e la sentenza del processo «Old One» è stata annullata (con rinvio) dalla Cassazione. Proprio in questi mesi è in corso un processo di appello bis, che dovrebbe concludersi entro la fine della primavera a Caltanissetta. I tre imputati sono difesi dagli avvocati Silvano Domina, Giuseppe Scillia e Egidio La Malfa. Le arringhe dei difensori e la sentenza sono in programma il prossimo 5 aprile.