LEONFORTE. È entrato nel vivo ieri pomeriggio, con la requisitoria del Pg Fabio D' Anna, che ha chiesto di confermare le sette pesanti condanne inflitte in primo grado, il processo d' appello Homo Novus. Gli imputati, sei leonfortesi e un agirino, sono accusati di avere rimesso in piedi lo storico gruppo locale di Cosa Nostra, che un tempo aveva come referente il carpentiere Rosario Mauceri. Il clan, ha svelato un' inchiesta condotta dalla sezione di Pg del Commissariato di Leonforte, e diretta dal Pm della Dda di Caltanissetta Roberto Condorelli, avrebbe avuto un nuovo referente, l' imprenditore Giovanni Fiorenza, detto "sacchinedda", cognato di Mauceri. Fiorenza, che avrebbe anche ottenuto il beneplacito del presunto boss provinciale di Cosa Nostra, Salvatore Seminara detto "zio Turi", è stato condannato in primo grado a 14 anni di reclusione per associazione mafiosa aggravata. Le accuse, contestate a vario titolo agli imputati, sono associazione mafiosa e tentata estorsione. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA L'EDIZIONE DI ENNA DEL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE