ENNA. Assieme alla sua compagna dell' epoca avrebbe architettato un piano «diabolico»: indurla ad incolpare falsamente quattro giovani di stupro di gruppo e poi ricattare uno di loro, offrendosi di ritirare le accuse in cambio di denaro. Per questo, dopo che la giovane ha patteggiato da tempo, il Tribunale di Enna ha condannato in primo grado il presunto ricattatore, M.M., leonfortese di 43 anni, a 7 anni di reclusione e 2 mila euro di multa, per calunnia, estorsione e tentata estorsione in concorso. I fatti risalgono al periodo tra settembre e novembre del 2011. Secondo quanto ricostruito nella sentenza, la giovane si presentò in caserma dai carabinieri e formulò un' accusa infamante: disse di essere stata costretta, cinque giorni prima, da alcuni giovani a salire a bordo di una macchina; che l' avevano portata in campagna e avevano abusato a turno di lei. Fece nomi e cognomi. Accuse che sin da subito hanno insospettito gli investigatori, i quali con grande professionalità hanno approfondito i fatti, svolto sopralluoghi nella casa rurale dove secondo la giovane era avvenuta la violenza e cercato eventuali riscontri. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA L'EDIZIONE DI ENNA DEL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE