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La miniera di Pasquasia a Enna, Vicari: produzione cancellata in vent'anni

Pino Vicari, dirigente provinciale del movimento contadino Federterra

ENNA. Pino Vicari, che oggi compie 89 anni, ennese e figlio di un minatore dello zolfo, già dirigente provinciale del movimento contadino Federterra, segretario provinciale del Partito comunista e della Cgil, è un attento conoscitore di quel fenomeno economico che fu l'estrazione mineraria nell'ennese che ha documentato con diverse pubblicazioni.

L' ennese ha una lunga tradizione mineraria.

«Sì, possiamo dire che la civiltà mineraria nell' ennese rappresenta con ogni probabilità la maggiore tradizione produttiva che il territorio abbia mai avuto insieme al comparto agricolo».

A che epoca si può fare risalire questa tradizione?

«Già nei primi secoli dell' impero romano si ha notizia di alcuni cristiani condannati dai tribunali romani «ad metalla» in Sicilia, cioè a scavare in cave e miniere per l' estrazione di materie prime nell' antica provincia senatoriale. Sin da allora lo zolfo ed il sale erano le principali materie estratte che partivano verso i più lontani lidi dell' impero e dei paesi ad esso collegati da vincoli commerciali.

Nel Seicento e nel Settecento, poi, l' impennarsi della richiesta dello zolfo per la produzione della polvere pirica, motivò la apertura di tantissimi siti estrattivi e la creazione di miniere in galleria in sostituzione delle cave a cielo aperto, le cosiddette pirrere, che sino ad allora avevano soddisfatto il mercato».

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