ENNA. È in arrivo una raffica di multe dall’Agenzia delle entrate ai proprietari di case date in affitto. Le sanzioni riguardano piccole irregolarità nella formulazione del contratto d’affitto depositato. E sono quasi sempre collegate, più o meno direttamente, allo strumento della cosiddetta “cedolare secca”, l’imposta fissa che consente di pagare una quota annua prestabilita ai locatari, che non supera mai un quinto del canone (ma il tasso maggiore riguarda coloro che utilizzano il mercato “libero” e non il calmiere determinato dal cosiddetto canone concordato). Le sanzioni, che oscillano dai 200 ai 350 euro, sono decine, ma c’è anche chi parla di oltre duecento, inviate a proprietari e inquilini di tutte le città della provincia di Enna. Uno dei due, affittuario o proprietario, in sostanza, deve pagare. La notizia è stata resa nota dal presidente provinciale dell’Uppi, l’unione dei piccoli proprietari immobiliari, Luigi Scavuzzo, che lo definisce un “colpo mortale alla cedolare secca”. “In questi giorni – afferma Scavuzzo – sono state notificate numerose sanzioni ai cittadini che, per effetto della cedolare secca, hanno scelto di registrare i contratti di locazione transitori, perlopiù per studenti e famiglie in provincia”. Il presidente poi ricorda come la “cedolare secca” sia uno strumento introdotto, anche nel cuore della Sicilia, al fine di interrompere il mercato nero degli affitti, che a Enna aveva raggiunto rapidamente livelli inaccettabili, dalla metà degli anni Duemila, per l’autentico boom degli affitti provocato dall’arrivo di migliaia di studenti fuori sede in cerca, perlopiù, di camere o monolocali nella zona dell’Università Kore. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA L'EDIZIONE DELLA SICILIA ORIENTALE DEL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE