ENNA. «Ribadirò al Giudice dell’udienza preliminare le mie ragioni, convinto come sono non solo della mia estraneità al reato contestato, ma anche di aver operato al meglio in relazione ai poteri e alle competenze di cui disponevo». Lo afferma l’ex presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, per il quale la Procura di Enna ha chiesto il rinvio a giudizio, assieme all’ex assessore regionale Pietro Carmelo Russo, per disastro ambientale colposo e concorso nell’abbandono incontrollato dei rifiuti nell’ex miniera di Pasquasia. L’udienza preliminare si terrà il 13 luglio.
«L'indagine - aggiunge l’ex governatore - è iniziata oltre sei anni fa. Ho chiesto ed ottenuto di essere sentito da due diversi Pubblici ministeri, l’ultima volta 2 o 3 anni fa. Nell’invito leggo anche che il reato di cui verrei accusato si prescrive il 13 settembre 2018, cioè fra circa un anno, e siamo ancora soltanto all’udienza preliminare. Mi chiedo, ribadendo quello che ho detto ai Pubblici ministeri: avrei dovuto vigilare e controllare personalmente, giorno e notte, che tonnellate di rifiuti di ogni sorta (forse anche radioattivi) non venissero depositati nella ex-miniera? Era un compito che spettava al Presidente della Regione o ad altri? Ero Commissario per la Bonifica del sito minerario - osserva Lombardo - e il mio Governo, fatto, mi dicono, senza precedenti, ha reperito le risorse, oltre 20 milioni di euro, per il risanamento del sito e grazie a quelle risorse, si è celebrata finalmente la gara per l'esecuzione del relativo progetto. Peraltro con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, per la bonifica di Pasquasia era stato nominato un 'soggetto attuatore', dotato di pieni poteri e di relativa congrua indennità. Prendo atto - chiosa l’ex governatore - che il rinvio viene chiesto invece solo per il presidente e per l’assessore del tempo».
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