VILLAROSA. L’autotrasportatore di Cacchiamo Giuseppe Bruno, inghiottito dalla lupara bianca nel maggio del 2004, secondo polizia e carabinieri fu vittima di un delitto orrendo. Dopo averlo strangolato, i suoi assassini avrebbero fatto a pezzi il corpo e lo avrebbero dato in pasto ai maiali, bruciando poi le ossa in alcuni fusti di carburante. Ma questa ipotesi, ancora oggetto di un’inchiesta diretta dalla Dda di Caltanissetta, non convince del tutto la Corte di Cassazione, che ha annullato con rinvio gli arresti di Maurizio Nicosia, imprenditore agricolo pregiudicato di Villarosa, e del cugino Michele, che ha 52 anni e che non ha alcun precedente. I motivi dell’annullamento non sono ancora noti. È noto però che la difesa aveva contestato tutti gli elementi dell’ordinanza, comprese le dichiarazioni del pentito Santo Nicosia, che ha parlato del delitto, puntando l’indice contro i due indagati.