ENNA. Non sarebbero bastati il divieto di avvicinamento e l’arresto a far demordere un presunto stalker di Enna, il quarantunenne Giuseppe Mirko Pappalardo, che non potendo uscire da casa avrebbe continuato a molestare la sua vittima attraverso Facebook e Whatsapp. Per questo adesso il giudice ha ordinato il sequestro del telefonino, della sim card e di ogni altro strumento informatico o di comunicazione. Il provvedimento è stato eseguito ieri dagli agenti della Squadra Mobile di Enna, diretti dal vicequestore Gabriele Presti e dal commissario capo Emanuele Vaccaro. Secondo la polizia, avrebbe contravvenuto al divieto di comunicare con la vittima, una professionista del capoluogo che per mesi avrebbe già ripetutamente molestato pedinandola, appostandosi sotto casa e sul suo luogo di lavoro, oltre che tempestandola di telefonate. Per la polizia, in pratica, dopo il divieto di avvicinamento sarebbe passato al “piano b”: tartassarla di telefonate e messaggini. E poi, quando alcune settimane fa era finito ai domiciliari, anziché smetterla, avrebbe messo in atto una sorta di “piano c”: rivolgersi ai social network.