ENNA. Saranno processati in due, con rito abbreviato, per l’assassinio dell’autotrasportatore di Cacchiamo Giuseppe Bruno, inghiottito dalla lupara bianca nel maggio del 2004.
Il Gup di Caltanissetta Antonia Leone ha accolto la richiesta di abbreviato presentata dal legale di Maurizio Nicosia e del cugino Michele, per cui la Dda aveva chiesto il rinvio a giudizio con le accuse di omicidio aggravato e distruzione di cadavere. L’accusa si basa principalmente sulle dichiarazioni del pentito Santo Nicosia, fratello di Michele, secondo cui fu un delitto orrendo. Dopo averlo strangolato, i suoi assassini avrebbero fatto a pezzi il corpo e lo avrebbero dato in pasto ai maiali, bruciando poi le ossa in alcuni fusti di carburante. Ma il legale degli imputati, il penalista Antonio Impellizzeri, ha ottenuto da tempo per entrambi l’annullamento dell’ordinanza di custodia. E in virtù dell’annullamento Michele Nicosia, che era accusato solo di quello, è stato scarcerato; mentre il cugino Maurizio, oggi imputato anche per associazione mafiosa, è rimasto in cella, ma solo per mafia. Nonostante gli annullamenti, dunque, la Dda ha deciso di andare avanti lo stesso. Anche forte di questo pronunciamento, l’avvocato Impellizzeri ha così fatto richiesta di abbreviato «secco», senza supplementi istruttori. L’accusa è sostenuta dal Pm Roberto Condorelli, titolare dell’inchiesta. In aula si sono costituiti parte civile i familiari di Bruno. Il processo si terrà il 10 aprile.