È ritenuto un pericoloso capomafia e i suoi contatti in carcere, per evitare che possa mandare messaggi ai suoi complici, devono essere filtrati.
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della difesa e ha confermato, come già fatto dal Tribunale di Sorveglianza di Roma, il 41 bis, il cosiddetto “carcere duro”, per Salvatore Seminara, 71 anni, definitivamente condannato quale boss provinciale di Cosa Nostra ennese e tuttora sotto processo perché ritenuto il capo di una vasta area che da Enna attraversa il Catanese, giungendo fin quasi all’ombra dell’Etna.
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