Fotografi e tv la immortalarono mentre apostrofava i poliziotti, durante un corteo antifascista contro CasaPound. «Vigliacchi» e «fascisti» gli insulti rivolti a squarciagola agli agenti schierati in assetto antisommossa, lo scorso 22 febbraio a Torino. Una «condotta grave» che a Lavinia Flavia Cassaro, originaria di Piazza Armerina, è costata il posto di lavoro. La maestra elementare, 38 anni, è stata licenziata con decorrenza primo marzo, giorni in cui la procura del capoluogo piemontese l’ha indagata per istigazione a delinquere, oltraggio a pubblico ufficiale e minacce.
Faceva freddo, quella sera di quattro mesi fa, quando l'insegnante scelse di unirsi agli antifascisti che protestavano per la presenza in un albergo del centro del candidato premier Simone Di Stefano per un appuntamento elettorale. «E' il cuore che mi dice di esserci, mi porta qui la mia rabbia», diceva la maestra alle telecamere presenti poco prima che la situazione degenerasse col lancio di bombe carta che ferirono sei agenti.
L’insegnante non partecipò alle violenze, anche se arrivò ad auspicare la morte dei poliziotti. Un comportamento, secondo il Miur, che «contrasta in maniera evidente con i doveri inerenti la funzione educativa e arreca grave pregiudizio alla scuola, agli alunni, alle famiglie e all’immagine stessa della pubblica amministrazione».
Immediata la sospensione dal servizio e, ora, il licenziamento, nonostante la maestra abbia precisato che «non voleva augurare la morte ai singoli agenti ma all’apparato che difende il fascismo». «Incitare alla violenza e augurare la morte è inaccettabile da chiunque, a maggior ragione quando questo atteggiamento è tenuto da un’insegnante che ha il compito di educare le nuove generazioni», sostiene Stefano Paoloni, segretario generale del Sap, il Sindacato Autonomo di Polizia che con la sua querela fece scattare l’inchiesta della procura nei confronti dell’insegnate. «Spiace sempre quando una persona perde il posto di lavoro ma non posso che apprezzare la scelta dell’ufficio scolastico regionale del Piemonte di licenziare quell'insegnante», commenta il vicepresidente leghista del Senato, Roberto Calderoli. «Una volta tanto è stato affermato il principio del rispetto della divisa e delle persone che la indossano», gli fa eco la parlamentare torinese di FdI Augusta Montaruli.
Prendono invece le difese di Lavinia Flavia Cassaro i sindacati. «Una sorta di giustizialismo pericoloso si sta affacciando prepotentemente. Un fatto preoccupante», sostiene Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola, secondo cui «i problemi della scuola meritano ben altro impegno che un licenziamento, in un paese di impuniti per delitti ben più gravi di «oltraggio a pubblico ufficiale». Parla di un caso di "democrazia autoritaria» Cosimo Scarinzi, Coordinatore Nazionale Cub Scuola, che definisce il licenziamento «una sanzione sproporzionata». E promette all’insegnante «piena difesa». In sede legale e sindacale.
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