Avrebbero rubato nelle zone di campagna dell’Ennese autocarri, escavatori, trattori e quad, danneggiando numerose imprese per diverse decine di migliaia di euro. È stata individuata una banda di 13 persone italiane e romene. In 12 sono in stato di fermo, uno di loro è stato arrestato perché in possesso di un’ingente quantità di marijuana. La polizia di Enna ha recuperato parte della refurtiva. Dalle indagini è emerso che il capo della bada portasse con sé il figlioletto di pochi anni.
Tra i fermati: Madalin Ionut Finaru, 24 anni, rumeno, residente a Ramacca, principale esponente del gruppo, che portava persino con sé durante l'esecuzione i furti, il figlioletto di 5 anni , Fabrizio Marino, 27 anni, catanese, residente a Ramacca, Alfio Di Stefano, 35 anni, residente a Ramacca, Georgian Dan, 30 anni, rumeno, residente a Ramacca, Giuseppe Balsamo, 30 anni, catanese, Giuseppe Calogero Chinnici, 32 anni, catanese, residente a Paternò, Loris Salvatore Di Benedetto, 20 anni, catanese, residente a Ramacca, Angelo Samuele Compagnino, 23 anni, catanese, residente a Ramacca, Dumitru Ilie, 33 anni, rumeno, residente a Ramacca, Giovanni Curello, 19 anni, catanese, residente a Ramacca, Mihaita Sandu, 34 anni, rumeno, residente a Ramacca, Andrea Carmelo Cono Schepis, 45 anni, messinese, residente a Paternò, Anthony Schepis, 20 anni, catanese, residente a Paternò.
L'operazione è stata condotta dagli agenti della squadra mobile di Enna, con la collaborazione del commissariato di di Piazza Armerina, a conclusione dell’attività investigativa coordinata dalla procura della repubblica del tribunale di Enna, e con la collaborazione della squadra mobile di Catania.
Secondo gli inquirenti la banda era specializzata nei furti di mezzi agricoli e di cantiere i capi erano il romeno Madalin Ionut Finaruca e il catanese Fabrizio Marino. Sarebbero stati nessi a segno almeno trentina i colpi nel corso di quest'anno tra Enna, Catania e Caltanissetta. La sede operativa della bada era a Ramacca, l'intera organizzazione da dove sono stati gestiti i rapporti con gli altri componenti, custodendo temporaneamente escavatori, camion, trattori, e altri mezzi agricoli rubati e occupandosi della succedeva vendita. Una gang ben organizzata nella quale ciascuno svolgeva un preciso ruolo.
Le aziende derubate sono state selezionate in base ai mezzi posseduti, e mediamente il valore di quanto sottratto oscillava tra i 10 ed i 50 mila euro. Le indagini hanno permesso di accertare che uno dei capi dei furti, quando metteva a segno i colpi, portava con se' il figlio di 5 anni, probabilmente per non destare sospetti in caso di controlli delle forze dell'ordine.
Dalle intecettazioni ambientali il bimbo, parlando con la nonna, diceva: "Questa sera vado a lavorare con papà, perché dobbiamo mangiare". Il piccolo preferiva stare col padre e insisteva nel volere guidare i veicoli rubati, quasi fosse tutto un gioco.
Fra i colpi messi a segno anche quello all’interno di un’azienda sequestrata alla mafia. L'indagine è stata convenzionalmente denominata "Draci", vocabolo corrispondente alla traduzione in lingua rumena della parola "Diavoli", termine con cui gli indagati indicavano la presenza di appartenenti alle forze dell'ordine durante la loro attivita' criminale e, in particolare, nel corso della messa a segno dei "colpi"
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