L'operazione Kaulonia che ha portato all'emissione di 21 ordinanze fra cui 20 arresti di cui 19 in carcere e uno ai domiciliari, azzerando i vertici della famiglia mafiosa pietrina che fa capo ai fratelli Giovanni e Vincenzo Monachino, ha fatto luce anche su uno dei due atti intimidatori subiti dal sindaco Antonio Bevilacqua. «A nome di tutta la collettività - dice il sindaco - ringrazio i magistrati e le forze dell'ordine che sono quotidianamente impegnati per sconfiggere definitivamente la piaga mafiosa che danneggia irreparabilmente il nostro territorio, in termini di immagine, di reputazione, di economia e di sviluppo».
A febbraio del 2018 era stata data alle fiamme la casa di campagna del suocero del sindaco del Bevilacqua, in contrada Magazzinaccio. E da martedì si sa che a decidere di appiccare il fuoco, nella casa di campagna del suocero del sindaco, fu proprio la famiglia mafiosa pietrina che l'operazione Kaulonia, condotta dai carabinieri del Ros di Caltanissetta e coordinata dalla Dda nissena, ha fatto emergere nella sua potenza e nella sua spregiudicatezza.
Il sospetto che dietro alle intimidazioni ci fosse la malavita era forte ma adesso per il sindaco è arrivata la conferma. «È importante sapere da quale parte arrivano certe intimidazioni - afferma Bevilacqua - di certo non posso dirmi sollevato perché sapere di essere entrati nel mirino della mafia non è bello, ma serve ancora una volta a far capire che in questi anni abbiamo lavorato bene senza farci condizionare da questi delinquenti».
L’articolo nell’edizione della Sicilia Orientale del Giornale di Sicilia
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