Quindici milioni di euro di spesa in 30 anni non sono bastati per far funzionare i depuratori dell'area di sviluppo industriale di Dittaino. È emerso dalle indagini di militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Enna, coordinate dal procuratore Massimo Palmeri e dai sostituti Salvatore Interlandi e Daniela Rapisarda, riguardanti la riconversione dell'impianto di depurazione già esistente al locale Consorzio Asi. Iscritti nel registro degli indagati i nomi di 11 persone, tra tecnici e funzionari pubblici, progettisti, direttore dei lavori, componenti la commissione di collaudo e di commissario ad acta del consorzio Asi della provincia di Enna: Le accuse sono falsità in atto pubblico e frode nelle pubbliche forniture. Tutti sono stati segnalati alla Procura Regionale della Corte dei Conti per danno erariale cagionato alla Regione Siciliana stimato dalla guardia di finanza in 4.935.370,12 euro, il totale delle somme effettivamente erogate. "Le criticità rilevate - afferma la Procura di Enna - offrono un quadro disarmante di tutta la vicenda, da ascrivere alla condotta illecita tenuta dai soggetti tecnicamente, e giuridicamente, preposti alla realizzazione delle varie fasi del progetto i quali, dopo aver consentito l'avvio dei lavori, non hanno - in relazione alle specifiche funzioni e competenze - operato e/o vigilato affinché venissero posti in essere tutti gli adempimenti necessari alla completa realizzazione dell'opera ed al regolare funzionamento del progetto". I lavori erano iniziati il 18 marzo 2009 e si sarebbero dovuti concludere dopo 242 giorni, ma sono proseguiti fino al 9 novembre 2012. "Le opere - ricorda la Procura di Enna - venivano collaudate, con esito positivo, solo il 21 settembre 2013, nonostante gli impianti risultavano non funzionanti e inefficienti, per mancanza di canali di adduzione dei reflui all'impianto di depurazione".